Il Fascismo e le donne
Fonti principali: Victoria De Grazia, How Fascism
Ruled Women. Italy, 1922-1945 (Berkeley, Los Angeles, Oxford: University
of California Press, 1992); Maria Antonietta Macciocchi, La donna
“nera”. “Consenso” femminile e fascismo
(Milano: Feltrinelli, 1976); Piero Meldini, Sposa e madre esemplare.
Ideologia e politica della donna e della famiglia durante il fascismo
(Rimini-Firenze: Guaraldi, 1975); Benito Mussolini, Discorsi del
1925 (Milano: Alpes, 1926).
1. Un inizio soprendente...
Con il suo discorso alla Camera dei Deputati il 15 maggio 1925, Benito
Mussolini convince i deputati ad adottare la legge Acerbo, che concede
alle donne diritto di voto alle elezioni amministrative. Prima che le
donne potessero esercitare il nuovo diritto, le elezioni amministrative
vennero abolite del tutto.
2. La politica demografica
Discorso dell’Ascensione (26 maggio 1927): Mussolini dichiara
che l’Italia è circondata da nazioni popolose (“novanta
milioni di tedeschi, duecento milioni di slavi”), e potrà
affermare la sua potenza solo a condizione di un aumento della popolazione.
L’obiettivo è quello di passare da quaranta milioni di
persone (negli anni ‘20) a sessanta (entro la metà del
secolo).
3. Legislazione
A. Il bastone...
- Le tasse universitarie per le donne vengono aumentate, fino a diventare
il doppio rispetto a quelle per gli uomini, mentre i salari femminili
vengono ridotti alla metà di quelli maschili;
- 19 dicembre 1926: tassa sul celibato: nel 1936 uno scapolo finirà
per pagare il doppio della tassa sul reddito, piú 155 lire, rispetto
ad un uomo sposato.
- 9 dicembre 1926: esclusione delle donne dai concorsi a cattedra per
l’insegnamento nei licei.
- 1928: viene stabilito che le donne non possano diventare presidi in
scuole medie.
- il nuovo codice penale del 19 ottobre 1930 proibisce aborto e contraccettivi
come crimini contro l’integrità della razza.
- 1931 l’omosessualità maschile viene proibita.
- 1937 matrimonio e numero di figli diventano criteri di preferenza
per le carriere statali, e per alcune (sindaco, decano all’università)
diventano prerequisiti.
5 settembre 1938: la percentuale di donne nelle grandi e medie imprese
viene limitata al 10% del totale.
N.B. Il 5 giugno 1940, tutte le direttive tese a limitare la presenza
femminile nelle professioni vengono sospese.
B. ... e la carota!
- Fondata nel 1925, l’OMNI (Opera Nazionale Maternità e
Infanzia) viene riorganizzata in maniera piú professionale nel
1933, e continua la sua attività fino al 1975. Si occupa soprattutto
di madri e figli al di fuori della struttura familiare (“ragazze
madri”, vedove, donne con mariti in prigione ecc.).
Le ragazze madri ricevono assistenza medica gratuita e un modesto compenso
nei tre mesi precedenti il parto, e in alcuni casi possono risiedere
in apposite istituzioni. Nel 1940, l’OMNI ha 9617 istituzioni,
tra cui 167 “Case della madre e del bambino”. Inoltre, sponsorizza
59 cattedre ambulanti di puericultura, che visitano ognuna una ventina
di paesi ogni settimana. Nei vent’anni precedenti la guerra, la
mortalità nel primo anno di vita diminuisce di circa 20 percento.
- Legge del 14 giugno 1928, che prevede compensi per famiglie con piú
di sei figli, prestiti vantaggiosi, e premi ad ogni nascita.
- 24 dicembre 1933: prima celebrazione della festa della mamma, con
premiazione a Roma di madri provenienti da tutt’Italia.
- 22 marzo 1934, legge che protegge le madri con due mesi di congedo
obbligatorio (uno prima, uno dopo il parto), e prescrive che le compagnie
con 50 o piú impiegati abbiano locali speciali destinati all’allattamento.
4. Opinione pubblica
“L’abolizione del lavoro femminile deve essere la risultante
di due fattori convergenti: il divieto sancito dalla legge, la riprovazione
sancita dall’opinione pubblica. La donna che [...] lascia le pareti
domestiche per recarsi al lavoro, la donna che, in promiscuità
con l’uomo, gira per le strade, sui trams, sugli autobus, vive
nelle officine e negli uffici, deve diventare oggetto di riprovazione,
prima e più che di sanzione legale”
(Federico Loffredo, citato in Meldini)
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