Nessuno torna indietro
nella critica del tempo
Queste recensioni del romanzo sono tratte da: Marina
Zancan, ed. Alba de Céspedes (Milano: Mondadori, 2001)
132-3.
-) Silvio Benco, “Nessuno torna indietro”,
Il corriere padano, 1 febbraio 1939:
“[Alba de Céspedes] porta nel romanzo anche il coraggio
di un assunto difficilissimo: giacché determinare artisticamente
otto donne, saperle aggruppare, e poi anche isolare ciascuna, e vivere
in ognuna di esse con una diversa proiezione di piano intellettuale,
è un’audace acrobazia che perfino a un consumato romanziere
farebbe spavento. La de Céspedes è bravissima; non fa
però miracoli nemmeno lei. Qualcuna di queste figure non prende
corpo, acquiesta una fisionomia putativa, sfugge alla sua concentrata
attenzione, rimane abbozzata, o complementare, o romantica. Ma altre
a poco a poco si disegnano, premute dal loro vortice, piccolo o grande,
di avvenimenti. L’autrice [...] si preoccupa che il libro riesca
agile e vario nella sua mole, sia un carosello che non annoi al tornar
dei suoi giri: larghi giri su larghi campi di vita [...]”
-) Goffredo Bellonci, Nessuno torna indietro, “Il giornale
d’italia”, 21 aprile 1939:
“Il disegno è vasto: in un collegio di Roma si trovano
a vivere insieme otto ragazze diverse di terra di famiglia d’ingegno
d’anima [...] Per seguirle, la de Céspedes ci trasporta
a Milano, in Calabria, o tra gli spagnuoli che risiedono a Roma; lontano
dal collegio, lontano dal centro territoriale della sua storia. I
trapassi sono sempre abilmente preparati, spesso naturalmente, da
improvvisi richiami di un nome; e del resto la tecnica del cinematografo
e di qualche romanziere contemporaneo come l’Huxley è
stato di aiuto alla scrittrice nell’alternar gli episodi; ma
a volte ti sembra che un episodio si allarghi a vera e propria novella,
la novella di Xenia, la novella di Anna [...] La de Céspedes
ebbe certo il primo avvio a scrivere il libro dai ricordi della sua
giovinezza: in quel collegio, con gli altarini a ogni piano e il refettorio
odoroso di mandarino, ella ha certo vissuto, e lo contempla ora nella
memoria con distacco di artista. Gli ‘interni’ del collegio
sono infatti da mettere tra le migliori pagine del romanzo”.
-) Mario Missiroli, Nessuno torna indietro, “Il giornale
d’Oriente”, 30 dicembre 1939:
Non si conosce, nella recente editoria italiana, un successo che sia
soltanto paragonabile a quello ottenuto dal romanzo Nessuno torna
indietro di Alba de Céspedes [...] Certo la ragione prima
va ricercata nell’eccellenza dell’arte di Alba de Céspedes,
nella sua straordinaria capacità di disegnare figure, di descrivere
ambienti e situazioni nella pscicologia attenta e inesorabile, che
scruta i piú remoti recessi dell’anima. E poi il prestigio
e la seduzione di una lingua viva, estremamente pittoresca e efficace”.