“Dissi in quel tempo che soltanto ad un interiore comando avevo ubbidito lasciando la casa dov’ero moglie e madre. come si va ad un maritirio. Ed era vero. Dissi che nessuno m’incitava all’atto terribile, e che non per amore d’un altro uomo m’esponevo così a perdere per sempre la mia creatura: anche ciò era vero. Ma una cosa fu taciuta, allora, e piú tardi nel mio libro. Non era per amore d’un altro uomo ch’io mi liberavo: ma io amavo un altro uomo”
(Sibilla Aleramo, Il passaggio, 1919)